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Tianos on
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Per prima cosa, complimenti collega scrittore

(sarebbe meglio dire scribacchino, visto che tale passione mai mi ha portato il pane in tavola) anch'io appassionatissimo di fantasy, e fantascienza e ho scritto un romanzo, una raccolta di corti e uno dei venti racconti di un'altra raccolta (ora sto creando un gioco di ruolo, categoria a cui sono appassionatissimo incentrata sull'esoterismo e i miti antichi). La mia passione però è più imperniata sul pensiero laterale.
Per il resto sono quasi del tutto in sintonia con le tue considerazioni
concordo con praticamente tutto quello che hai esposto, infatti considerando anche la teoria di Malanga corretta non risulterebbe completa.
per esempio uno dei punti:
nella teoria del dualismo si prende in considerazione quello che noi possiamo percepire quindi: più e meno , bene e male tutto all'interno dello stesso contenitore, ma non si prende in considerazione la possibilità del dualismo dentro e fuori. Per spiegarmi meglio, se fossi un programmatore di una simulazione, io come tale, sarei avulso alle regole della simulazione e solo nel momento in cui interagissi con essa dovrei assoggettarmi alle sue regole, così come la simulazione sarebbe modificata solo nell'istante in cui il programamtore interagisse nella simulazione, e non è detto che questo cambiamento possa essere sempre percepito(una storia di fantascienza che lessi parlava di inserimento delle regole in questa "simulazione" e tutti, tranne uno, erano automaticamente sicuri che tale regola fosse stata presente da sempre nella sua storia (sempre regola del tutto in uno). Noi quindi siamo dentro uno di questi "frammenti" (l'avversario nella tradizione cattolica) la materialità e non riusciamo a comprendere come possa esserci qualcosa di diverso. (qua cito lo scienziato Vladimir Esemov che dopo una esperienza di premorte descrisse la stessa con "ogni paragone sarà falso") Questo perché abbiamo come punto di osservazione solo il nostro frammento. (con piccolissimi stralci dell'altra realtà, anche se alcuni ipotizzano che persino la gravità ne sia una manifestazione)
Per far capire ancora meglio riprendo il buddismo: Siddharta raggiunge l'illuminazione e vede tutto il creato , cerca un creatore ma non lo trova, però trova il dharma, la legge (indizio di una forza creatrice?). In questo senso, la sua illuminazione a parer mio non fu completa perché nella ricerca di un creatore, lui stesso la cerca nel creato non prendendo in considerazione che il creatore ne fosse esterno e quindi non raggiungibile dal suo stato di realtà (vibrazione).
In definitiva, l'apocalisse a cui ci stiamo velocemente avvicinando, pur con tutti i dolori del "parto" (come intendo io questo passaggio) mi infervora e mi galvanizza, perchè sperando di Piacere a Dio, o mi sarò stupito, come si stupiscono i bambini, per certe intuizioni che ho avuto nella vita in preparazione di tale evento o forse ancor meglio rimarro stupefatto nell'aver frainteso tutto e dover rivedere dal prinicipio tutte le mie considerazioni.